Da “Il Cittadino”
Quattro spettacoli consecutivi, quattro “sold out”. Filippo Caccamo si conferma profeta in patria e dopo il successo ottenuto in tutta Italia è pronto a tornare a casa, nella sua Lodi che non smette di amare, «perché posso anche girare il mondo, ma è qui che mi sono formato, è qui che vivo, è qui dove ci sono i miei affetti: sarà sempre grato alla mia città». Giovedì, venerdì, sabato e domenica il comico dei record sarà di scena sul palco del Teatro alle Vigne con uno spettacolo allestito per l’occasione: “Oro, incenso e raspa”, titolo in cui l’ultima parola è un chiaro riferimento alla “lodigianità”.
«Cerco di portare ovunque il nome di Lodi: per questo il mio tour si chiama “Tel chì Filippo!”. In diversi posti, soprattutto al Sud, mi hanno chiesto come si scrivesse… Soffro sempre molto quando sento parlare male della mia città. Che invece è viva, vivissima. Quando vengono proposti gli eventi la risposta è pazzesca: il concerto di Baglioni ha registrato il tutto esaurito in pochissime ore». Baglioni, certo, ma Caccamo che fa quattro date di fila e non è rimasto nemmeno mezzo biglietto? «Non so più cosa dire, è troppo bello, troppo incredibile, troppo tutto. Ho chiuso le altre date di marzo per convogliare il maggior numero di spettatori a Lodi, ma non mi aspettavo una risposta del genere. Vorrei fare sempre di più per la mia città. Ho un’idea che mi frulla per la testa: organizzare alle Vigne una rassegna con grandi nomi comici del nostro panorama nazionale. Sarebbe bellissimo: in questo periodo la gente ha tanta voglia di andare a teatro, lo vedo in tutta Italia. Dopo il Covid le sale sono sempre piene».
A Lodi, Caccamo porterà uno spettacolo legato a doppio filo con “Tel chì Filippo!”: «Prenderò il meglio del mio show, quindi non mancheranno i personaggi legati al mondo della scuola. Ma aggiungerò alcune parti nuove: “Oro, incenso e raspa” vuole essere anche un piccolo omaggio alla nostra città. Per questo, nel foyer, ci saranno anche banchetti dedicati a Adica (Associazione per la difesa del cane), una realtà che mi sta molto a cuore, e alla onlus Sara Angela Boffi – L’angelo dei bambini. A queste quattro date hanno contribuito anche diversi sponsor: significa che imprese e cultura possono convivere». Da mesi Caccamo è in tour con il suo monologo comico: ovunque ha strappato ovazioni grazie alle sue “maschere” incentrate sull’assurdo microcosmo della scuola. «Abbiamo passato quota cinquanta spettacoli, ma ora ci
aspettano un altro centinaio di date – racconta l’attore, sbocciato sul web grazie alla saga sugli studenti universitari e poi proseguita con le vicende dedicate agli insegnanti -. Fino a fine maggio porterà in scena “Tel chì Filippo!”, titolo che da giugno si trasformerà in “Non abbiamo tre mesi di ferie”. Le tappe più belle? Tutte, ma le tre date al Teatro lirico di Milano mi sono rimaste nel cuore. Non vedo l’ora, il 25 maggio, di salire sul palco dell’Ariston di Sanremo. Avrò anche l’onore di essere l’ultimo artista a esibirsi sulla ribalta del Creberg di Bergamo che poi verrà demolito». Di cosa parlerà lo spettacolo estivo? «È l’evoluzione di quello sugli insegnanti, ma si aggiungerà un altro tema forte, la precarietà. Parlerò di coloro che vogliono il posto fisso, o forse no: è un omaggio alla generazione dei trentenni, donne e uomini che hanno un sacco di risorse»