Da “La Nazione”
Energia allo stato puro. Se desiderate regalarvi un sabato adrenalinico non potete non andare a vederlo esibirsi sul palco del Teatro Verdi di Montecatini Terme il prossimo 18 febbraio. Parliamo di Filippo Caccamo, 30 anni (o “29+1”, come sostiene lui) il prossimo 3 maggio, lodigiano benemerito, 700mila follower tra Instagram, Facebook, Youtube e Tik Tok, comico laureato in Storia dell’Arte e in Beni Culturali all’Università Statale di Milano. Porterà in scena “Tel chi Filippo!”, da lui stesso ideato, scritto, diretto e interpretato, il suo punto di vista sulla scuola italiana. Due appuntamenti: alle 21, show già tutto esaurito come gli è sin qui successo ovunque, e alle 16 (resta qualche tagliando).
Già, la scuola: agli esordi nei panni di studente qual era, oggi in quelli di professore qual è diventato. Il “comico social della scuola”: si ritrova nella definizione?
“Beh, sì. L’essere comico è una delle chiavi della mia vita: non prendersi troppo sul serio. Nasco sul palco e utilizzo i social e la scuola è stata ed è tema dominante dei miei recital. Quest’anno sono fermo per gli impegni legati al tour: non sarebbe stato serio lasciare i miei studenti, alla scuola media di Lodi, in mano a supplenti”.
Fa più ridere lei parlando di scuola o l’attuale scuola italiana?
“Splendida domanda. Nonostante tutto quello che si dica, la scuola resta un porto sicuro per tanti: un’istituzione. Ci sono momenti in cui fa ridere, sì, ma penso proprio di essere io a fare ridere di più”.
Porterà qualcosa di nuovo nei due appuntamenti di Montecatini?
“Certamente: dedicherò un’attenzione particolare a Montecatini. Le due date in un giorno sono esplicative in tal senso. Aggiungerò qualcosa di specifico, oltre a pezzi che da altre parti utilizzo quali bis. La ragione è semplice: il Teatro Verdi è la sala più grande del mio tour, superiore ad esempio al Lirico Giorgio Gaber che nel cuor mi sta”. A chi si è ispirato per la sua carriera di attor comico?
“Ho iniziato a fare teatro ancor prima di esibirmi sui social, negli anni dell’adolescenza. Ho guardato, osservato, studiato Benigni, Grillo, Verdone come se non ci fosse un domani, Brignano, Pucci, Pintus e tanti altri. Mi è sempre piaciuto l’”one man show” e quindi il monologo”.
In definitiva, che cosa vuole fare da grande Filippo Caccamo?