Filippo è diventato grande. E la prova di maturità è stata superata a pieni voti, con tanto di lode e ba- cio accademico. Per due ore, sabato sera, il comico lodigiano ha fatto spellare le mani al numerosissimo pubblico del Teatro alle Vigne, esaurito in ogni ordine di posti co- me ai (bei) tempi prima della pan- demia. Caccamo ormai governa il palco come se si trovasse sul diva- no di casa: è il suo habitat naturale, un’area che non ha più segreti, il suo regno. Nessun tentennamento, nonostante due anni di stop forza- to. Il suo nuovo spettacolo, “Tel chi Filippo!”, titolo che riprende quello della fortunata rubrica che ogni sa- bato tiene sul “Cittadino”, è la sum- ma della sua comicità dell’ultimo periodo. Dopo aver scandagliato a lungo il mondo degli universitari, Caccamo è passato dall’altro lato della barricata: da studente è di- ventato professore (insegna lettere all’“Ada Negri”) e proprio i colleghi sono ora il suo “bersaglio” preferito. La scuola, quella realtà così etero- genea («L’unico ambiente in cui in-
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teragisci con ragazzi di 12 anni e persone prossime alla pensione»), offre molteplici spunti di riflessio- ne e altrettante occasioni per fare dell’ironia, tra studenti svogliati, burocrazia a raffica, “casi umani” di ogni sorta, infiniti e fantozziani collegi docenti. L’osservazione del- la realtà è sempre il punto di par- tenza: come un Verdone “made in Lodi”, Caccamo studia, analizza ed estremizza i tic, i vizi e le virtù di chi gli sta vicino, creando “masche- re” irresistibili. La prof che parla al telefono con la Carla (e intanto sa- luta Mario che continua a “starle addosso”), il bidello davanti al qua- le bisogna inginocchiarsi per riu- scire a ottenere una ventina di fo- tocopie. E poi la madre – altro per- sonaggio nato grazie agli spasso- sissimi sketch che quotidianamen- te posta sui social – dalla risata contagiosa che si sfoga e si confes- sa all’amica Eugenia, ormai un “cult” tra i seguaci su internet. La canzone che chiude la parte dedi- cata alla scuola, una parodia di “Brividi”, fa venire giù il teatro: il brano sanremese di Blanco e Mah- mood si trasforma nell’esilarante “Collegio docenti”, in cui Caccamo infila uno dopo l’altro tutti gli im- picci cui i prof sono sottoposti du- rante la temutissima assemblea. Tanti i colleghi e gli studenti (tra i quali la giovane Sofia, chiamata più volte in causa con divertenti botta
e risposta) che hanno assistito allo spettacolo e che si sono rivisti nelle parole di Caccamo, capace di alle- stire un “one man show” voluta- mente spensierato e leggero che ha spaziato tra diversi argomenti. Uno dei fili conduttori, oltre alla scuola, è l’amore per Lodi, per la città in cui Filippo è cresciuto: in questo filone è evidente la “lezione” appresa dai maestri Franco Rossi e Bigno Bi- gnami, ovviamente presenti in pla- tea. Ma in “Tel chi Filippo!” c’è an- che molto altro: come cambia la vi- ta quando si diventa grandi, lo smarrimento degli uomini quando sono costretti ad accompagnare mogli o fidanzate nei grandi outlet, la fila per fare il tampone al Parco tecnologico padano, le peripezie per entrare in possesso dello Spid, l’amore per gli animali e la collabo- razione con Adica, «la mia vera missione umanitaria». Alla fine è un diluvio di applausi, un successo tale che la direzione delle Vigne ha deciso di replicare lo spettacolo: sabato 7 maggio andrà in scena “Tel chi Filippo… Amò!”, un evento per tutti quelli che non hanno tro- vato posto per la prima data e an- che per coloro che vogliono bissare una serata piena di risate.